A cura di Silvia Pascale (Direttore Collana LE NOSTRE GUERRE)

LE NOSTRE GUERRE è una collana particolare, tratta argomenti storici importanti che descrivono il nostro passato più triste e buio: le guerre a cui l’Italia ha preso parte. Che siano guerre mondiali o anche missioni di pace all’estero, l’Italia in guerra è un capitolo molto triste del nostro passato, e la collana LE NOSTRE GUERRE racconta proprio quelle storie. Una collana che è diventata anche documentazione storica utile per le Istituzioni, non a caso il Presidente della Repubblica o vari Ministri hanno elogiato molte delle opere ivi contenute, per cui si è reso necessario dotare la struttura di un ulteriore apporto professionale avvalendosi della collaborazione di un esperto in materia.

Orlando Materassi

Dal mese di aprile il direttore della collana “Le Nostre GuerreSilvia Pascale, in accordo con l’editore Carlo Santi, ha deciso di avvalersi della consulenza storico/scientifica di una persona di rilievo nel panorama delle tematiche della Memoria, del Ricordo e della Riconciliazione. Orlando Materassi da molti anni si dedica a questa pagina di storia contemporanea, mettendo il suo impegno a servizio di quanti abbiano avuto un familiare deportato come IMI. La scelta di Silvia è stata molto facile dal momento che da un anno lavora quotidianamente con Orlando. Ma questo punto poteva non essere così determinante. La decisione è nata dopo aver lavorato insieme a un volume e dopo aver quindi apprezzato nello specifico dell’attività di scrittura, ricerca e revisione non solo le competenze di Orlando, che erano ovviamente palesi, ma anche la sintonia lavorativa e il comune sentire per quanto riguarda le tematiche affrontate. Orlando ha al suo attivo un importante curriculum che spazia dall’attività politica, amministrativa e sociale, nonché associativa. Inoltre, collabora con importanti centri di documentazione storica in Germania da molti anni e si è sempre occupato di progetti educativi in Istituti di ogni ordine e grado.

Ecco allora una rapida intervista a Orlando Materassi.

Perché ha deciso di dedicarsi a questo tema, particolarmente ostico e dimenticato nel panorama storiografico italiano?

Ho iniziato dopo la morte di mio padre e dopo il viaggio fatto in Germania e la nascita di un rapporto di collaborazione e di amicizia anche con le istituzioni e alcuni Centri di Documentazione della Germania nonché con le istituzioni locali e con la Regione Toscana per far conoscere il dramma, la storia e la scelta degli Internati Militari Italiani. Un’iniziativa personale che poi è diventata pubblica appunto per i rapporti avuti con le istituzioni sia in Germania sia in Italia.

Qual è l’aspetto più importante da tenere presente per chi si approccia alla storia contemporanea, in particolar modo per chi vuole dedicarsi alla scrittura di questo periodo storico?

Indubbiamente la distanza che ci separa da quel contesto storico ha bisogno per essere ricordato di tenere viva la memoria prima di tutto essere da parte della mia generazione oltretutto figlio di Internato Militare impegnandomi non soltanto a raccontare quella storia di internamento militare, ma anche a essere formatore verso le nuove generazioni perché poi esse stesse diventino candele di memoria. È importante non solo ricordare, ma anche scrivere perché poi le pubblicazioni rimangono testimonianze, sia testimonianze dirette che indirette di quel periodo. È una storia che a pieno titolo si colloca all’interno del secondo Risorgimento quali furono le plurali Resistenze per abbattere e per sconfiggere il fascismo e per dare vita a una nuova Italia.

Qual è il suo lavoro, quali le sue attività per testimoniare e disseminare la storia degli IMI?

Quotidianamente svolgo una serie di attività e di impegni riguardo al lavoro associativo avendo l’onore e l’onere di presiedere l’ANEI, l’Associazione Nazionale ex Internati nei Lager nazisti, a livello nazionale, un arduo compito avendo la responsabilità di essere il primo presidente che non è stato internato, avendo ben presente nella coscienza di cosa voglia dire dirigere un’associazione che fa Ricordo e Memoria. La seconda attività è quella di collaborare con la professoressa Silvia Pascale, che ci vede impegnati in varie iniziative, quali possono essere presentazioni di volumi, convegni, seminari, progetti e percorsi all’interno degli istituti scolastici. Anche perché vi è la necessità di far conoscere una storia non presente nei testi scolastici.

Secondo lei come deve essere l’approccio a tematiche così delicate, oserei dire sensibili nel senso antico del termine, nei riguardi del pubblico?

Credo prima di tutto riuscire a far conoscere la storia, in particolare quel periodo storico le motivazioni che favorirono la nascita del fascismo, cosa fu il fascismo, cosa furono le guerre di invasione da parte dell’Italia iniziando dalle conquiste coloniali e poi dopo la dichiarazione di guerra del 40 con l’invasione della Francia meridionale e dall’altra parte quello che accadeva nei Balcani e successivamente la conquista della Grecia. Conoscere quelle che furono responsabilità anche politiche della casa reale. Conoscere il contesto storico più ampio di quello che era diventata l’Europa dopo la nascita del nazismo e la presa di potere di Hitler e dell’alleanza tra Italia e Germania. Quindi occorre sempre più ricordare, fare memoria storica, sia nel contesto educativo con percorsi scolastici (oltretutto questa storia viene appena approcciata e per esempio i militari deportati non li troviamo nei testi) dall’altra parte perché quel periodo storico non sia gettato nell’oblio: quella storia orribile che causò milioni e milioni di vittime non solo tra i soldati, ma anche tra i civili. Occorre ricordare che da quelle macerie è nata l’Italia repubblicana e antifascista. Quella drammatica “lezione” a livello europeo ha fatto sentire la necessità di costruire un’Europa sia politica che finanziaria che accomuni tutte le nazioni del continente.

Cosa la lega alla Ciesse Edizioni? Perché questa scelta?

Sicuramente alla Ciesse Edizioni mi lega un certo tipo di collaborazione iniziato un anno fa attraverso la richiesta di scrittura di alcuni saggi e di alcune prefazioni, una collaborazione che si è andata sempre più intensificando e ha portato alla pubblicazione di un volume scritto a quattro mani con Silvia Pascale. Mi piace dare continuità a questa scelta. Ho visto in questo gruppo la volontà di lavorare sulla storia con l’idea di raccontare, in particolare attraverso le testimonianze. A riguardo vorrei ringraziare il direttore di collana professoressa Silvia Pascale per avermi dato questa possibilità che ho accettato ben volentieri e ringrazio l’editore di avermi accolto all’interno di questa bella famiglia.

Progetti futuri, oltre ovviamente a questa nuova responsabilità?

Sono i progetti che mi vedono partecipe in collaborazione con il direttore di collana avviata ormai da tempo. Sono progetti legati al Ricordo e alla Memoria degli Internati Militari, con l’idea e l’impegno di dar vita a nuove pubblicazioni non solo per adulti, ma anche per l’infanzia. Con Silvia ci accomuna un percorso di rapporti con la Germania, non solo di Memoria, ma anche di Riconciliazione. Attraverso le ultime ricerche fatte proprio da Silvia Pascale, vi sarà la necessità di essere presenti anche in Polonia e nei luoghi vicino a Stettino, per meeting di lavoro con storici e autorità locali quali il sindaco per realizzare quanto prima un museo dedicato agli Internati Militari italiani che lì sono stati prigionieri nel campo II B di Hammerstein, ora Czarne.