Gli Internati Militari Italiani: testimonianze di donne, madri, fidanzate, mogli, figlie.

Articolo a cura di Orlando Materassi e Silvia Pascale

Con il coordinamento di Gabriella Persiani, giornalista per TGcom24, si è tenuto venerdì 17 dicembre a Treviso all’Auditorium “Stefanini” il Convegno Internazionale “Gli Internati Militari Italiani: testimonianze di donne, madri, fidanzate, mogli, figlie” che rappresenta uno step importante di lavoro del Progetto di ANEI (Associazione Nazionale ex Internati nei Lager Nazisti) sezione di Treviso di cui Silvia Pascale è la responsabile e Orlando Materassi il coordinatore scientifico.

Il Progetto presentato all’Ambasciata della Repubblica Federale di Germania a Roma nasce come idea nel 2020 quando ci troviamo a studiare e scrivere su due figure di donne: Mamma Teresa e Angiolina. Due donne per noi e per la nostra storia di parenti di deportati importantissime, due donne su cui abbiamo discusso molto e sulle cui scelte abbiamo riflettuto.

Il discorso si è allargato all’universo femminile di quegli anni, anni difficili, di guerra, di dolore e di sofferenza.

Venti lunghi mesi di vita, di guerra, di speranza e di disperazione. Venti mesi dopo i quali l’Italia non fu più la stessa e la vita di chi ne fu protagonista, ma anche delle persone a loro vicine, cambiò: per molti (e soprattutto per molte) fu anche la conferma di poter dire la propria idea, di fare una propria scelta.

All’indomani del conflitto nessuno o quasi si è chiesto qual è stato il ruolo di queste donne, qual è stato il significato della loro attesa, se la loro silenziosa presenza avesse o meno forma di Resistenza.

Mamma Teresa, madre di Anadage Zerbini, deceduto a Heppenheim come Internato Militare Italiano

Mamma Teresa leggeva i giornali nonostante avesse solo la terza elementare e Angiolina cercava notizie dai futuri suoceri sapendo bene il significato della morte in guerra avendo perso il fratello Orlando nel gennaio del 1941.

Angiolina Meriggioli, fidanzata e poi moglie di Elio Materassi, Internato Militare Italiano.

Ecco l’idea di questo lavoro di ricerca nasce proprio sulla spinta di queste due donne, sul valore della loro silenziosa Resistenza e sul significato della loro attesa: mamma Teresa aspetta la fine della guerra per andare sulla tomba del figlio in Germania, Angiolina aspetta il ritorno dopo 44 mesi dell’amore della sua vita.

Il Convegno si è sviluppato in due sessioni:

  • Una al mattino per gli studenti e i docenti dell’IC4 “Stefanini” di Treviso;
  • Una al pomeriggio per il pubblico

Al mattino abbiamo portato la testimonianza di Teresa (vedi volume Ciesse “Il diario di Mamma Teresa”) e di Angiolina (vedi volume Ciesse “La Memoria legata al filo rosso. Il Ricordo negli occhi di mio padre”); empatica la presentazione di Marina Villani con la storia della nonna che ha pwerso due figli a causa della deportazione nei Lager nazisti; sentita la testimonianza di Silvia Angelucci e della sua Gigliola, in attesa sulla Linea Gotica ed infine Francesca Piaser che ha “dipinto” la figura di Mariuccia, una moglie di IMI che ha atteso il suo rientro prendendosi cura della casa e dei due bimbi piccolissimi.

Hanno partecipato con attenzione 8 classi dell’Istituto con i loro docenti praticando quello che già sosteniamo da tempo: “Per diventare poi testimoni bisogna andare oltre l’aspetto cognitivo: la Memoria prevede anche l’emozione, la condivisione di un’esperienza, il PATHOS”.

Al pomeriggio la sessione si è aperta con i saluti del Dirigente Scolastico Doriana Renno, dell’Assessore all’istruzione del comune di Treviso, Nizzetto, del Presidente Regionale ANPI, Bruno Possenti, del Presidente ANEI Firenze, Mauro Perini, e la Presidente ANMIG di Castelfranco, Casadei.

Di notevole importanza il video messaggio dell’Ambasciatore della Repubblica Federale di Germania a Roma, Viktor Elbling, che ha sottolineato l’importanza del Convegno per il focus di ricerca sulle donne, focus che colma una grande lacuna, quella della prospettiva femminile.

Onorati di aver avuto in collegamento lo storico Stefan Marcinkiewicz, dell’Università polacca di Warmia e Masuria, Marco Eggert del Consolato Onorario d’Italia a Brema e Harald Grote, Dirigente di Baracke Wilhelmine.

Gli interventi della docente di Cà Foscari Sara De Vido, di Antonella Guarnieri, storica di Ferrara e di Emilia Peatini hanno arricchito di riflessioni questa importante tematica.

Le spine del passato portate dietro per quasi tutta una vita, come una valigia che non si ha mai il tempo di posare e di aprire, aprono finestre sul senso dell’attesa.

E da tutte queste riflessioni è nato quindi questo progetto che ha il suo punto, noi amiamo dire, di partenza con questo Convegno e con questi studi. Di partenza perché la conoscenza della Resistenza delle donne degli IMI è appena iniziata.