Descrizione
In questo libro sono posti a confronto, contemporaneamente e contestualmente, i due mondi più antitetici di cui l’uomo abbia consapevolezza: il mondo terreno e il mondo dell’aldilà. Più concretamente, il mondo dei vivi e quello dei morti. Sia pure in forma romanzata, la finalità è quella di dimostrare che non esiste frattura fra i due mondi; che pensieri, sensazioni, dolori, amori, speranze e certezze, debolezze e pseudo virtù appartengono ai vivi e ai morti, che quanto di incompiuto e di imperfetto appare nel mondo dei vivi va a compiersi e perfezionarsi in quello dei morti. Alla fine il cerchio della vita si chiude sempre senza lasciare residui ingombranti, perché la vita di qua inconsapevolmente pone quei tasselli che andranno ad incastrarsi nel puzzle predisposto per chi è già di là, per cui ecco che ogni cosa lasciata in sospeso o interrotta è tale solo apparentemente, perché alla fine tutte le cose ritornano.
Il romanzo si svolge soprattutto con un dialogo continuo e costante, separatamente in capitoli dedicati al mondo dei vivi e al “Salotto del camposanto”, dove le problematiche dei primi sono più seriose di quelle che riguardano gli ospiti del camposanto: personaggi i più vari che possano immaginarsi.
Questo libro vuole essere un antidoto contro la paura della morte, una passeggiata amena in un vivace e spiritoso limbo che aiuta a scongiurare l’angoscia che ci proviene dall’incognita dell’Aldilà. E quando la guida in questo misterioso mondo ultraterreno non è l’austero Virgilio, il trapasso diventa una piacevole crociera, nella quale ci si imbarca per scoprire luoghi meravigliosi mai visitati ed incontrare gente spensierata e gaudente. Di più non si può dire, perché non lo consente la sorpresa del “Deus ex machina”.
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